Neon Genesis Evangelion, ovvero: iniziare molto bene e finire molto male
Neon Genesis Evangelion è un anime del regista e sceneggiatore Hideaki Anno e una di quelle pietre miliari dell’animazione nipponica che un amante del genere non può non avere visto. A differenza di Ergo Proxy, che è un’altra di quelle serie cult che hanno la nomea di essere er mejo der mejo che il Giappone abbia da offrire, ma che in realtà fa schifo, l’opera di Anno è bella davvero. NGE offre tutto quello che si potrebbe desiderare da un cartone di 26 puntate: scontri epici, mostroni, robottoni, animazione (per i suoi tempi) ottima, risvolti filosofici interessanti, personaggi ben analizzati introspettivamente (anche troppo a volte), un’ambientazione complessa e ricca di spunti. È un opera che ha influenzato molti altri titoli successivi e che viene citata, se non direttamente scopiazzata, di continuo. Peccato che i suoi creatori abbiano deciso di sputtanarla completamente con un finale a caso: gli ultimi due episodi sono i più brutti ed insensati che abbia mai visto in tutta la mia carriera di otaku, tanto che rischiano di rovinare completamente gli ottimi 24 precedenti. Ma andiamo con ordine.